Pio V by Roberto de Mattei

Pio V by Roberto de Mattei

autore:Roberto de Mattei [Mattei, Roberto de]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Lindau
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Il vincitore di Lepanto

1. L’Islam contro la cristianità

La difesa della cristianità contro i turchi costituì, assieme alla lotta contro l’eresia, una nota dominante del pontificato di Pio V. Nella seconda metà del XVI secolo l’Islam aveva raggiunto l’apice della sua espansione dal Mar Rosso a Gibilterra, da Baghdad a Budapest, giungendo alle porte di Vienna. Il principale artefice di questa espansione fu Solimano I1, detto «il Magnifico», che nei suoi quarantacinque anni di regno arrivò a minacciare la stessa capitale dell’Impero, e quindi l’Europa tutta. Le coste italiane erano devastate dalle scorrerie dei corsari barbareschi, che cercavano donne per gli harem dei visir e uomini da rivendere come schiavi o per essere arruolati nei giannizzeri, l’esercito privato del sultano2. L’affermazione dello storico Jason Goodwin, secondo cui l’Impero ottomano «viveva per la guerra» non è falsa3. Dalla sua fondazione alla sua caduta, esso fu uno Stato dedicato all’espansione, con le armi, della fede islamica4.

L’ultimo obiettivo delle conquiste turche era chiamato la «Mela Rossa» (Kizil-Elma). Con questo nome era definito il globo d’oro sormontato dalla croce che sormontava la statua dell’imperatore a Costantinopoli. Dopo la conquista di Costantinopoli, nel 1453, Roma divenne la «Mela Rossa», ossia l’obiettivo finale degli ottomani e il simbolo del trionfo dell’Islam sulla cristianità5. Pio V ne era consapevole.

I piani di espansione di Solimano trovavano un ostacolo nell’isola di Malta, nel cuore del Mediterraneo, roccaforte dell’ordine degli ospitalieri di San Giovanni, poi detti cavalieri di Malta6. «Se non deciderai di prenderla in fretta – gli scrisse uno dei suoi consiglieri – essa interromperà in breve tempo tutte le comunicazioni tra Africa e Asia e le Isole dell’Arcipelago»7.

Malta era un obiettivo di importanza non solo strategica, ma anche simbolica, per la presenza nell’isola di un manipolo di monaci-cavalieri che aggiungevano ai tre voti tradizionali un quarto voto di fedeltà alle insegne della Sacra Religione fino allo spargimento del proprio sangue.

L’ordine dei cavalieri di san Giovanni aveva avuto parte determinante in tutti gli eventi militari che caratterizzarono la vita della cristianità, anche dopo la caduta del Regno latino di Gerusalemme8. Dopo una breve permanenza a Cipro, i giovanniti si insediarono nell’isola di Rodi fino a quando, nel 1533, anch’essa fu costretta a soccombere davanti alle forze imponenti di Solimano. Carlo V donò ai cavalieri l’isola di Malta e nella sua nuova sede l’ordine accentuò il suo ruolo di «polizia di marina» nel Mediterraneo9. Lo storico delle crociate inglese Jonathan Riley-Smith osserva come nei cinque secoli che intercorrono tra la caduta di San Giovanni d’Acri nel 1291 e l’occupazione napoleonica di Malta nel 1798, i cavalieri ebbero una parte importante, sul mare, in quasi tutte le campagne principali contro i turchi10. Solimano decise di preparare una spedizione per attaccare la loro base.

Nel 1565 il gran maestro dell’ordine era Jean Parisot de La Valette11, i cui antenati avevano partecipato alla crociata con san Luigi. Alla fine di marzo di quell’anno, egli ricevette la notizia che la flotta ottomana, composta da 180 navi, di cui 103 galee, aveva lasciato il porto del Corno d’Oro, diretta verso l’isola.



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